Arriviamo su verso sera e siamo in un appartamento immersi nel pascolo proprio come volevamo "fuori dal cazzo". Esploriamo un pò i dintorni e ci rendiamo subito conto che il posto é sorprendentemente selvaggio e poco frequentato (sembra che in condizioni meteorologiche standard sia un posto estremamente freddo), troviamo passeggiando alcuni agglomerati di case che sembrano addirittura disabitati o forse popolati in estate. All'orizzonte rumori di animali, forse cervi, che forse marcano il territorio dalla presenza umana..beh direi che più fuoridalcazzo di così..La cosa che colpisce di più è trovare dei punti molto soleggiati in cui sembra davvero che il paesaggio sia estivo, e altri punti in ombra dove terra e alberi sono ricoperti di ghiaccio, o neve ghiacciata che si è fissata dall'ultima nevicata che risale a un mese fa, il chè sembra abbastanza incredibile..
Soddisfatti dalla prima esplorazione e carichi per vedere molto di più, interpelliamo la padrona dell'appartamento sui possibili sentieri da percorrere e il giorno dopo ci incamminiamo per il RIFUGIO ZACCHI.
Da Tarvisio si va in macchina ai laghi di FUSINE, si parcheggia al lago superiore e ci si incammina verso il sentiero CAI 512, troverete dopo circa 500m la diramazione tra la il sentiero e la strada più facile da poter fare in bici (che è parte dell'Alpe Adria trail, percorso che va dalle Alpi al mare). Noi abbiamo percorso il sentiero all'andata e fatto la strada al ritorno. Il sentiero nel bosco è bello e più divertente,anche se si incappa in punti ghiacciati che si riesce però abbastanza facilmente a schivare passando ai lati o stando attenti (noi abbiamo gli scarponcini da trekking, no ramponi).
Dopo circa un'ora e mezza di camminata, (addirittura un quarto d'ora in meno rispetto alle indicazioni del CAI :))) arriviamo al bellissimo RIFUGIO ZACCHI, davvero davvero uno dei più belli e organizzati che abbia visto. Già dall'esterno vediamo che è circondato da queste bandierine colorate nepalesi poi dentro appuriamo che i titolari hanno la passione per il Nepal e organizzano spedizioni laggiù (vendono anche oggetti e fanno raccolte fondi). Il rifugio all'interno è pieno di oggetti nepalesi appesi alle pareti e mentre si gusta l'immancabile frico con polenta e magari una bella salsiccia, si può dare un'occhiata ai libri appoggiati sui davanzali delle finestre con le varie meditazioni orientali. Ma l'atmosfera zen non ci ha impedito di finire il cibo nel piatto con la velocità di due beceri occidentali al fast food..O.o e ci siamo subito innamorati del Frico che decidiamo di provare a cucinare al più presto :) per chiudere bombardino e via! direi che oltre all'arredamento particolare e il buon cibo il rifigio è tenuto benissimo, addirittura c'è il riscaldamento in bagno!! (rarità!!).
Il ritorno è un pò tardo (a causa della nostra mattutinità le tempistiche sono un pò traslate..) e ci ritroviamo sul sentiero mentre cala il sole e il freddo inizia a pungerci le membra.
La foresta all'arrivo è completamente in ombra e piena di neve ghiacciata.
Immersi dal tramonto arriviamo al parcheggio con una luce rosa sulla neve ghiacciata che non avevo mai visto (per chi intraprende camminate in questo periodo tenere in conto che fa buio alle 4 del pomeriggio!).
Neve ghiacciata - foto by Davide Conti |
La seconda escursione ci porta invece sul versante soleggiato verso il monte OSTERNIG. Partendo da Ugovizza si segue l'indicazione per la baita Capriolo. Dopo aver costeggiato un torrente che attraversa la vallata per circa 10 minuti si arriva alla baita e lì si può parcheggiare la macchina. Vi consiglio di entrare e prendervi almeno un caffè, fatto rigorosamente con la moka, dalla gentilissima Signora Adele, che parla un italiano nordico che però si sente non essere accento tedesco ma un bel mix! Infatti il loro dialetto è un mix tra tedesco, sloveno e italiano, sentirla parlare con l'altra signora in cucina è davvero strano :) Lei molto orgogliosa dice di parlare tranquillamente tedesco, sloveno, italiano e friulano! e che purtroppo i giovani non imparano più tutte queste lingue..davvero un peccato perchè qui sono davvero a cavallo di 3 nazioni ed è una ricchezza sia linguistica che culturale unicissima!! La signora Adele con passione e senza scopo di lucro ci racconta che sta per chiudere per 2-3 mesi e d'inverno scende giù a valle (l'abbiamo trovata aperta solo perchè non è ancora venuta tanta neve), e che ha clienti emiliani che vanno da lei d'estate ormai da 40 anni.. La sua baita infatti risale almeno agli anni 50-60, con una stube ancora "d'epoca" a cui lei ci ha subito consigliato di accostarci, il bar attrezzato con l'essenziale: qualche amaro classico e un cabernet franc friulano, a lato delle bottiglie appeso il menù scritto rigorosamente a mano da una scrittura in corsivo come quella che aveva la mia nonna (strategie di marketing a parte faceva la sua figura :))